20 giugno 2020. Un pomeriggio di emozioni, dieci anni dopo la grande impresa del Pianura contro il Carpi di Cristiano Giuntoli. Un 8-2 storico, indimenticabile. Ha avuto un grande successo di pubblico, con oltre 2500 utenti connessi per due ore e mezza, l'iniziativa del portale Notiziario Calcio, di radunare molti dei protagonisti dell'epoca per due incontri on-line della durata di un'ora e un quarto ciascuno. Non casuale la scelta dell'orario di inizio, le 16, momento in cui prendeva il via la remuntada biancazzurra. 

Nel "primo tempo", sono intervenuti mister Mimì Gargiulo, il preparatore atletico Felice De Maio, il capitano Ciro Ianniello, Rosario De Rosa e l'allora vice presidente Armando Cafasso, figlio del co-presidente Antonio e nipote di Lino. Gargiulo ha ricordato il tenore e la qualità degli allenamenti sviluppati nei tre giorni successivi alla disfatta di Carpi: "Ho caricato sempre i ragazzi, l'ho fatto fino all'inizio della partita, li volevo a mille e ho avuto i riscontri attesi". Decisivo l'ingresso di Galdean a 15' dalla fine: dal suo piede partì il cross che Manzo finalizzò mettendo la palla nel sacco. "Ogni tanto qualche cambio lo azzeccavo", la battuta di Gargiulo. Cafasso ha raccontato della particolare esultanza di Giuntoli dopo il secondo gol del Carpi ad opera di Bigoni per il 2-6. Un centro che, a cinque minuti dalla fine, aveva quasi spezzato i sogni del Pianura, costretto a segnare due reti per raggiungere la finale. "Fece una corsa fin sotto il settore ospiti - le sue parole - arrampicandosi sulla rete di recinzione. L'ho comunque rivisto qualche anno fa e ci siamo salutati con amicizia". E poi un altro aneddoto: "Il Carpi venne con bodyguard, un gesto che non potevamo accettare visto che da noi non era mai successo niente e ci siamo sempre distinti per accoglienza e serenità. Fu un gesto arrogante. Vennero papà e zio Lino e li fecero accomodare nel settore ospiti, con la collaborazione dell'arbitro che ebbe il polso della situazione". Sulla partita: "Noi volevamo riscattare la brutta figura dell'andata, ma in realtà nella qualificazione non ci credevo. Da qui la scelta di non fare neanche il ritiro". 

Impossibile dimenticare il "duello" a distanza tra l'attaccante biancorosso Enrico Gherardi e il difensore pianurese Peppe Allocca, colpito duro al volto a tal punto da dover ricorrere a diversi punti di sutura (il centravanti del Carpi fu poi espulso). Una furia, De Maio, in quei momenti convulsi. "Peppe per me è come un figlio, l'ho visto crescere - ha sottolineato De Maio -. Avevo visto cattiveria in Gherardi, da qui la rincorsa forsennata dalla panchina mentre lui guadagnava gli spogliatoi dopo l'espulsione. Ma non lo avrei toccato con un dito. Comunque, in una partita precedente, ho pianto, crollai. Non mi era mai capitato. Con mister Gargiulo c'è un rapporto di amicizia solido: l'ho conosciuto quando ero alla Sangiuseppese in C2, lui venne in amichevole col Gabbiano, che era in D. Ce ne diede quattro e i nostri tifosi si arrabbiarono. Successivamente sono diventato il suo preparatore atletico. Da allora non ci siamo più separati".  

Sulla questione ritiro, Ianniello ha ricordato di averlo sollecitato alla società: "Lo chiesi esplicitamente, eravamo davvero un bel gruppo che voleva stare sempre insieme. Al ritorno da Carpi, in pullman, il Dott. Diego Campolongo ci disse che avremmo potuto fare tranquillamente sei gol al ritorno. Ne abbiamo fatti otto". Per De Rosa, "la priorità era quella di riscattarci per una questione di orgoglio e dignità, per i presidenti che ci tenevano. A Carpi, l'ambiente non era stato proprio amichevole nei nostri confronti, con qualche battuta sui meridionali, anche se il problema non fu tanto la società". Peraltro, al Cabassi, ci fu un episodio riprovevole col bar della tribuna centrale chiuso incredibilmente ai soli tifosi pianuresi arrivati in Emilia o residenti nel territorio. Un gesto assurdo di cui fummo testimoni e che suscitò giustamente rabbia e proteste.      

Nel corso del primo appuntamento, è stato mandato in onda un videomessaggio di saluti dell'ex Ds Italo Farinella, e si è ricordato l'incontro di qualche anno fa in Svizzera - in occasione di un match del Napoli - tra Cristiano Giuntoli e il tifoso Gianni Polverino, responsabile della pagina Facebook Pianura e Dintorni, partner dell'evento di ieri. Un colloquio durante il quale i due hanno rivissuto diversi aneddoti relativi al 20 giugno 2010.

Il "secondo tempo" ha visto invece la partecipazione di Tommaso Manzo, Peppe Allocca, Peppe Ausiello e Marco Carbonaro. Sono arrivati anche i saluti di Pasquale Despucches e Valentino Pirone. Chi c'era quel giorno ricorda perfettamente il prepartita in campo, durante il riscaldamento. I giocatori del Carpi che irridevano con qualche battuta pungente gli avversari, e gli eroi biancazzurri che non mancarono di rispondere per le rime. Anche quell'atteggiamento provocatorio degli atleti emiliani, contribuì a fomentare ferocia e spirito di vendetta nel Pianura. "Ricordo perfettamente - l'esordio di Tommaso Manzo -. Loro entrarono in campo col "profumo" addosso. Ci sbeffeggiarono, ci chiesero ironicamente se era il caso di giocare tutta la partita e non "divertirci" soltanto per un tempo. Eppure a Carpi, giocammo solo noi, ma segnavano loro. Al Simpatia vollero fare i superiori, ma superiori non erano. In tutti gli effettivi, eravamo nettamente più forti. C'è un particolare gustoso: a fine partita, mentre stavo aspettando i giornalisti per le interviste, vidi Giuntoli a colloquio con D'Astoli, e gli disse che non aveva il coraggio di chiamare al telefono il presidente, che quel giorno non venne a Pianura. Era smarrito Giuntoli, non sapeva cosa fare. Il gol dell'8-2? Mi sono alzato al massimo che potevo fare. E pensare che avevo i crampi, ero esausto da un po' con la pioggia e il campo pesante. Noi eravamo carichi, volevamo salvare almeno la faccia. Poi è andata come tutti sanno. Prima della partita, il mister ci mandò dei messaggi di ringraziamenti".  

Ausiello, come Armando Cafasso, ha ricordato la corsa sfrenata di Giuntoli sotto il settore ospite dopo il 2-6, aggiungendo che "a Chieti, in occasione della finale col Matera, i commissari di campo ci dissero prima della partita di non farci male, in quanto comunque saremmo andati in C, vincendo o meno. Col Carpi avremmo potuto vincere anche più largamente. La nostra era una squadra mostruosa, quasi invincibile. C'era un'atmosfera particolare anche per via di uno spogliatoio unito. Il sabato prima della partita avevamo l'usanza di prenderci un aperitivo tutti insieme presso un bar del quartiere. Noi dopo l'allenamento non avevamo voglia di scappare a casa, ma di stare insieme". "Quell'anno, in quello spogliatoio, non c'era bisogno di parlare tanto - il ricordo di Allocca -. C'era una intesa di base. Ci dicevamo le solite cose per incoraggiarci, e bastava che il mister ci dicesse qualcosa per tornare a pedalare. E così è stato anche durante l'intervallo della sfida col Carpi. Quella partita avremmo potuto fare molto più di otto gol. Lo screzio con Gherardi e l'intervento di De Maio? Partiamo da una premessa: lui ebbe una esultanza pazzesca dopo il 3-1. Era già molto carico. Sull'espulsione di Gherardi, ebbe uno scatto felino, andava avanti e indietro. Ma tutta la nostra panchina non era silenziosa, per non parlare dei presidenti al piano di sopra".  

Manzo, Ausiello e Allocca hanno poi rivolto un pensiero alla memoria del tifoso Sebastiano Granillo, "Vastiano", e dello storico magazziniere Michele Della Corte, "Zi Michele". "Era la nostra forza, ci portava allegria perché era una persona di cuore e genuina - le parole di Manzo su Della Corte -. Gestiva il magazzino alla perfezione e non era facile, eravamo sempre molto esigenti". In chiusura delle due finestre, è stato anche mandato in onda il video della partita. Poi i saluti, con la promessa di rivedersi presto anche dal vivo... 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 21 giugno 2020 alle 15:00
Autore: Stefano Sica
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