E' stato un derby vibrante e, a tratti, anche spettacolare tra due squadre che non si sono risparmiate, cercando fino alla fine il risultato pieno. Davanti ad una cornice di pubblico a livello di massima serie (erano presenti sugli spalti oltre 13mila spettatori), Avellino e Benevento hanno onorato il calcio, restituendo una partita vera, intensa, assai emozionante per il pathos, soprattutto sulla sponda avellinese, atteso che questo derby rappresentava per i Lupi uno di quei treni che vanno presi al volo, perchè possono condurre dritti verso la promozione.

La posta in palio era davvero importante per gli uomini di Biancolino, che si giocavano gran parte delle possibilità di riuscire a salire finalmente in serie B, dopo ben sei anni di tentativi da parte della società targata D'Agostino. Il Benevento, dal canto suo, in forte crisi di risultati (la vittoria degli Stregoni manca addirittura da due mesi), era alla ricerca di un risultato di prestigio al cospetto della prima della classe, ma anche per cercare di tenere vive le speranze di un piazzamento onorevole per la griglia play off.

Dopo la vittoria ottenuta in extremis dall'Audace Cerignola nel derby pugliese contro il Monopoli, i Biancoverdi erano chiamati a vincere per mantenere i due punti di vantaggio sugli Ofantini. Biancolino ha riproposto la stessa formazione iniziale vista contro il Potenza, con la sola eccezione di D'Ausilio al posto dello squalificato Panico. Ancora una volta il Pitone ha preferito lasciare in panchina Palumbo, per fare posto a capitan Armellino. Scelta tattica ormai consueta, quella di Biancolino, che vede un immodificabile 4-3-1-2. La scelta di Biancolino di non muovere neppure una virgola al proprio credo tattico, ha, però, riproposto le stesse lacune a centrocampo che i ragazzi in maglia biancoverde avevano palesato sette giorni prima contro il Potenza. Cosi l'Avellino è andato ben presto in affanno al cospetto di un centrocampo assai manovriero e tecnicamente molto dotato come quello giallorosso. Il Benevento ha fatto un sagace possesso palla e, complice un centrocampo avellinese in chiara inferiorità numerica,  è riuscito a creare diversi grattacapi alla retroguardia avellinese. Clamorosa è stata l'occasione capitata sui piedi di Lamesta, che scattato sul filo del fuorigioco, è riuscito ad arrivare tutto solo a pochi passi da Iannarilli, ma ha fallito miseramente il bersaglio sparacchiando alto sulla traversa. Il primo tempo è andato in archivio tra la delusione dei tifosi avellinesi.

Ma la ripresa si rivela subito prodiga di buoni presagi per i Lupi, che al quarto minuto vanno in gol con un tiro di prima intenzione di capitan Armellino, dopo avere raccolto un cross di Sounas (anche stasera prestazione sontuosa del Greco). Avellino in vantaggio e spalti in delirio. Ma il Benevento non se ne sta a guardare, anche se deve subire un'altra ghiotta occasione da parte dei Lupi che colpiscono il palo sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Palmiero. Gli Stregoni si scuotono e dopo una decina di minuti arriva il pareggio, grazie alla rete di Pinato.

A questo punto Biancolino, cosi come con il Potenza, ci gioca la carta Russo al posto di Lescano. L'attaccante casertano entra bene in partita e, ottimamente supportato dall'onnipresente Sounas  crea lo scompiglio nella retroguardia beneventana, Ma è l'ingresso di Martin Palumbo a rivelarsi determinante per l'Avellino. Infatti, dopo soli due minuti il centrocampista italo-norvegese regala la perla che vale tre punti d'oro per l'Avellino: cross dalla sinistra di Russo e inserimento sul secondo palo dell'ex Juventino, che di testa mette la sfera all'incrocio dei pali, dove non può arrivare il pipelet beneventano. Il Partenio-Lombardi esplode di gioia. Il Benevento cerca disperatamente di riportarsi in avanti, ma questa volta la retroguardia avellinese fa muro, ed i Lupi possono tornare a sorridere e continuare a sognare.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 marzo 2025 alle 01:12
Autore: Rino Scioscia
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