Debacle vergognosa dei Lupi nell'angusto stadio di Picerno. Al cospetto di una squadra generosa e pugnace, l'Avellino restituisce una prestazione perfino irriguardosa del proprio blasone e, soprattutto, delle proprie ambizioni. Risibili, per non dire grottesche le scuse di Pazienza al termine di una gara, nella quale il tecnico ha mostrato tutto il suo pressapochismo tattico e gestionale.
Ma se il tecnico pugliese ha tentato con scuse surreali (riferendo di un fantomatico aspetto mentale dei suoi ragazzi, alla base di una sconfitta ingiustificabile),l'ineffabile Direttore tecnico Giorgio Perinetti si è guardato bene dall'intervenire in sala stampa, per tentare di esprimere, con il suo capzioso eloquio, il proprio punto di vista riguardo alla disfatta contro il Picerno. 
Eppure il grande e grosso deus ex machina della compagine biancoverde ne avrebbe di cose da dovere spiegare. E sì, perchè, al di là delle specifiche ed imprescindibili responsabilità tecnico-tattiche del recidivo Pazienza, la nuova rosa dell'Avellino, è stata costruita dalla "sagacia" e "lungimirante" competenza del mega direttore romano. Perinetti ha la responsabilità (al netto di quanto possa avergli suggerito, in sede di calciomercato, il tecnico foggiano) di avere messo su un complesso con gli stessi difetti strutturali dello scorso anno, un centrocampo che fa poco gioco e restituisce notevoli preoccupazioni nel non possesso, con l'aggiunta di una difesa che, rispetto alla scorsa stagione, mostra carenze vistose. 
La gara di Picerno, non solo ha messo a nudo le notevoli problematiche del nuovo organico targato Perinetti, ma ha anche restituito tutte le incapacità tecnico-tattiche e gestionali di mister Pazienza. Indisponibili Armellino e Palmiero per squalifica, e l'infortunato Tribuzzi (gravissima la sua assenza, atteso che a sostituirlo è stato chiamato l'inguardabile ed inutile Sannipoli), il tecnico foggiano ha presentato un undici che ha pagato tutti i limiti di una preparazione tattica ma anche atletica inqualificabile. E sì, perchè vedendo letteralmente camminare in campo Sounas che dovrebbe essere l'asso nella manica del nuovo Avellino, ma anche tutti gli altri compagni, che non sono riusciti a stare dietro al ritmo e al dinamismo di un Picerno volitivo (composto da giovani generosi ma anche certamente non irresistibili sul piano tecnico) ci chiediamo cosa abbia fatto Pazienza in questi quaranta giorni trascorsi dall'inizio del ritiro precampionato.
Dopo un primo tempo appena sufficiente sul piano fisico-atletico, i Lupi sono letteralmente scoppiati in corrispondenza dell'ora di gioco. Ma il crollo (contrariamente a quanto dichiarato a fine partita da Pazienza) è stato principalmente tecnico-tattico. Forse sarà solo un caso che i biancoverdi abbiano subito il primo gol dei Rossoblu di casa qualche minuto dopo l'ingresso in campo di Toscano (anche lui assolutamente fuori forma ed impresentabile al momento) in luogo di D'Ausilio. Tra l'altro, anche sul piano del disegno tattico complessivo di Pazienza, questo cambio ha determinato un inevitabile arretramento del raggio d'azione biancoverde.
Il Picerno, man mano che passava il tempo, diventava impietoso e mostrava il suo strapotere atletico al cospetto di un Avellino che arrancava. Pazienza solo dopo il primo gol dei padroni di casa (messo a segno dal 22enne Pagliai, esterno destro dalle grosse prospettive di carriera, altro che Sannipoli, giusto per fare un parallelo tra due calciatori omologhi) si è deciso a mettere una punta vera (Gori) per cercare di rinvigorire un attacco dalle polveri bagnate, anche perchè accanto ad un abulico Patierno, agiva Russo nell'insolito ruolo di punta centrale, con evidenti difficoltà a raccogliere i lanci lunghi dei difensori biancoverdi, frutto del non gioco di Pazienza. E solo dopo il raddoppio del Picerno, a poco più di dieci minuti dal novantesimo, a giochi ormai sostanzialmente fatti, il tecnico biancoverde inseriva Redan e Vano, andando a proporre un attacco a addirittura a quattro, con evidente nocumento di un centrocampo che da inadeguato è fatalmente divenuto inesistente. La qualcosa ha ulteriormente concesso ai padroni di casa praterie invitanti per infierire contro il derelitto Avellino.
Per farla breve, e per non infierire con la cronaca della gara, è stata una giornata da incubo per i circa mille tifosi biancoverdi, che hanno dovuto ingoiare un boccone, amaro, per non dire tossico. 
Il tutto con l'ineffabile direttore tecnico non pervenuto.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 26 agosto 2024 alle 11:19
Autore: Rino Scioscia
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