Ancora un pari interno assai deludente, forse addirittura inutile per i ragazzi di mister Pazienza. Doveva essere la partita della svolta per l'Avellino, e soprattutto per il tecnico foggiano, che aveva assoluto bisogno di riscattarsi agli occhi di una tifoseria che lo ha ormai sfiduciato.
Invece questo pareggio a reti bianche, al cospetto di un Cerignola apparso complesso davvero di spessore (almeno per un Avellino spuntato e con una proposta senza idee positive), ha restituito tanta sfiducia nelle prospettive dei Biancoverdi.
Mister Pazienza, come si diceva, si giocava molte delle residue chance di permanenza sulla panca biancoverde. Ma, oltre ad un apparente buona volontà da parte dei suoi ragazzi, l'Avellino ha fatto davvero poco per cercare di ottenere la vittoria scacciacrisi. Scarse idee nella proposizione, con pochissimi rifornimenti per le punte e scarsa lucidità negli attacchi. Il Cerignola ha rischiato pochissimo, ed anzi, nel primo tempo non ha potuto contare sull'aiuto della dea bendata che gli ha negato la gioia del gol, sul tiro di Russo che ha colpito una clamorosa traversa.
Dopo una prima frazione appannaggio degli ospiti, gli Irpini hanno cercato di dare intensità e continuità ai loro tentativi, ma hanno avuto solo un'occasione propizia con Raffaele Russo che da posizione favorevole ha tirato addosso al portiere pugliese.

Il pari è risultato, al tirar delle somme, assolutamente equo. Ma se agli ospiti il punto può andare più che bene (considerato che guidano la classifica con sette punti in tre gare), per l'Avellino il pari di stasera assomiglia molto ad una sconfitta, perchè i Biancoverdi cominciano già ad attardarsi pericolosamente rispetto alle quattro attuali battistrada (oltre al Cerignola, a quota sette ci sono anche il Picerno, il Sorrento ed soprattutto il Catania).
Alla fine del match, i calciatori biancoverdi, Pazienza, ma anche il direttore tecnico Perinetti ed il presidente D'Agostino sono stati contestati duramente dai tifosi, ancora una volta amareggiati per una prestazione incolore, per usare un eufemismo.
Ma stranamente, almeno per il momento, il massimo dirigente avellinese non ha dato alcun segnale di essere in procinto di prendere provvedimenti drastici. E questa non decisione da parte del presidente amareggia ancor di più la tifoseria, che si sente tradita, dopo una campagna faraonica da parte del mega direttore Perinetti, bravo a spendere e spandere, ma molto meno bravo a raccoglierne i frutti.
In altre realtà ed in altri momenti, sarebbero stati presi ben altri provvedimenti per rimediare a questo avvio di campionato assai negativo da parte di Pazienza ed i suoi uomini.
Invece, ad Avellino, il presidente rimane a guardare!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 09 settembre 2024 alle 01:19
Autore: Rino Scioscia
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