Altro boccone amaro per i tifosi Biancoverdi, che non possono sorridere neppure dopo il match casalingo di questa sera
contro una squadra di certo non insormontabile. L'incolore pareggio tra le mura amiche contro il Giugliano porta ancora una volta sul banco degli imputati il trainer Michele Pazienza, che, ancora una volta, ci ha messo molto del suo per confezionare l'ennesima delusione.
Ancorato al suo stucchevole e maledettamente improduttivo 3-5-2, anche questa sera il tecnico foggiano si è inventato un undici con alcuni calciatori non adusi a giocare in ruoli e posizioni nuove per loro. Infatti, senza voler contare l'ormai novello centrale difensivo Armellino, mister Pazienza ha utilizzato D'Ausilio come quinto di destra e Russo come attaccante centrale, al fianco del centravanti Gori.
Dopo una decina di minuti iniziali davvero incoraggianti (con la clamorosa traversa colpita da Sounas ed il pericoloso diagonale di Russo respinto dal portiere napoletano), l'Avellino di Pazienza si è ritrovato difronte un Giugliano che ha cominciato a dettare legge in mezzo al campo, con i biancoverdi che arrancavano e non riuscivano a ripartire. Gli improduttivi lanci lunghi dalle retrovie della squadra irpina non facevano neppure il solletico al Giugliano, che controllava agevolmente e ripartiva in rapidi contropiede, che almeno in paio di occasioni trovavano la retroguardia avellinese del tutto impreparata, con il malcapitato Armellino che si trovava a mal partito contro i veloci attaccanti giuglianesi. E così, a pochi minuti dall'intervallo, gli ospiti riuscivano a passare con il giovane Ciuferri, che, dopo aver saltato Frascatore, faceva secco Iannarilli.
Il riposo non riusciva a schiarire le idee a Pazienza, che al rientro in campo non si sognava neppure di cambiare, nè sistema di gioco, nè calciatori. Ma per fortuna dopo l primo quarto d'ora della ripresa i Lupi pervenivano al pareggio, grazie ad un colpo di testa di Sounas, su assist dalla destra di D'Ausilio. Ma il titubante tecnico biancoverde non approfittava del momento positivo dei suoi, e non operava nessun cambio per tentare di dare il colpo di grazia agli ospiti. Pensate che il primo cambio, Pazienza lo effettuava soltanto al 76' con l'ingresso in campo di Redan al posto di Palmiero. Sicuramente un avvicendamento assai tardivo, che finiva con il rivelarsi improduttivo. Come inutile risultava il cambio di Gori con Vano, addirittura a soli sette minuti dal novantesimo.
Insomma un Pazienza confuso e poco coraggioso ha saputo confezionare un film già ampiamente visto e rivisto svariate volte lo scorso anno, allorquando i Lupi hanno gettato al vento un campionato intero per via degli incredibili quattro mesi senza vincere una sola gara in casa. 
Diciamolo molto francamente: quest'allenatore ci pare oramai che non sia difeso più da nessuno ad Avellino, ed anche per questo sarebbe il caso che i D'Agostino prendessero in considerazione l'opzione dell'esonero. Ma, francamente, con tutta onestà non ci sentiamo di fare salva la posizione di colui che ha voluto la riconferma di Pazienza sulla panchina avellinese. L'ineffabile mega direttore, il grande e grosso Giorgio Perinetti, dovrebbe saper recitare, almeno per questa volta il "mea culpa", avendo ricommesso (così come avvenne lo scorso anno con la sventurata conferma di Rastelli, dopo il disastro dell'anno precedente) con il tecnico foggiano lo stesso peccato originale di 12 mesi fa. 
In tutta questa amarissima situazione ci chiediamo ed ci aspettiamo una presa di posizione recisa e drastica da parte di Angelo Antonio D'Agostino, che possa rimettere in discussione l'operato anche e soprattutto da parte dell'area tecnica.
Presidente, se ci sei, batti un colpo. Anzi due!

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 settembre 2024 alle 00:24
Autore: Rino Scioscia
vedi letture
Print